Un’introduzione all’ORTHO-BIONOMY
A partire dallo stato fetale, il nostro organismo memorizza le sue esperienze fisiche, energetiche ed emozionali e l’Ortho-bionomy, corretta applicazione dei principi naturali, permette di ristabilire l’equilibrio tra queste componenti.
Per via di eccessiva usura o sedentarietà, incidenti o posture contrarie all’efficienza anatomica, nel corso degli anni progressivamente dolore e tensioni possono manifestarsi in tutta la struttura fisica.
Ma anche quando si soffre di stress, rigidità e stanchezza, è possibile intraprendere un cammino che permetta il ritorno ad uno stato di benessere.
Le manovre dolci, o antalgiche dell’ Ortho-bionomy permettono infatti l’esplorazione delle memorie corporee responsabili delle tensioni fisiche e del malessere.
L’operatore aiuta a riconoscere e percepire le tensioni e le disarmonie, non forza né obbliga la struttura corporea al cambiamento ma attiva i riflessi di autoregolazione innati nell’essere vivente. Attraverso il tocco preciso, leggere compressioni, allungamenti, esplorazioni di movimento, contatti energetici, aurici e delicate distensioni, mostra nuovi percorsi articolari che permettono lo scioglimento delle contratture, una migliore circolazione sanguigna e ossigenazione dei tessuti fino ad un profondo rilassamento anche a livello di sistema nervoso.
Grazie al rispetto e all’ascolto attento delle reazioni suscitate dal suo approccio, l’orthobionomista accompagna la persona ad utilizzare il proprio potenziale di resilienza ed ottimizzare le proprie risorse.
Inoltre patologie e sintomi possono anche essere interpretati come messaggi da parte del corpo della presenza di blocchi o sovraccarichi a livello energetico. In tal senso la cosiddetta “malattia” sarebbe un’ ineludibile possibilità concessa all’essere umano dalla saggezza evolutiva di rientrare a contatto con se stesso e quindi con l’essenza della vita.
Così naturalmente la “malattia” può divenire chiaro segnale e strumento per evitare di perderci nel mondo del fare. Ci permette in modo crudo e quindi autentico, di cogliere l’occasione di prenderci cura di noi e superare la separazione dall’essere.
Così nel corpo la tensione ci può aiutare, se vissuta come fenomeno estemporaneo, a trovare punti di riferimento nella vita. E tanto più siamo elastici e flessibili nell’una, tanto può svelarsi l’altra.
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“Mani che toccano non sono come farmaci o scalpelli. Esse sono come torce in una stanza buia. La medicina che somministriamo è auto-consapevolezza. E per la maggior parte delle nostre condizioni dolorose, questa è la necessità più urgente.
Secondo la mia esperienza il trattamento manuale è uno dei mezzi più umani e più efficaci a nostra disposizione per generare le correnti di piena e precisa informazione sensoriale che formano la parte più grande e concreta di questa auto-consapevolezza. Quali sono gli atteggiamenti e le pratiche che abbiamo interiorizzato e che eclissano i benefici di questa atavica forma di terapia?
…Come possiamo aver dimenticato a tal punto il significato che il tocco può avere per la nostra salute fisica e psicologica?”
Deane Juhan